Di nuovo il realismo di Gesù: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali…”. Altro che un generico invito a volerci bene ignorando distanze, incomprensioni e diffidenze! L’uomo evangelico non è un ingenuo personaggio a spasso nella storia che procede camminando a trenta centimetri dal terreno. E’ invece un uomo o una donna alle prese con l’intera umanità (“gli uomini”) e sempre esposto al rischio di provocarla nel profondo. Si deve dunque essere prudenti come serpenti e semplici come colombe. Riflettiamo su questo duplice paragone. Il serpente normalmente non ha la forza fisica per opporsi a un nemico energico, agile e determinato. L’uomo determinato a difendere la propria vita lontana da Dio, dalla giustizia e dall’amore ha questo atteggiamento e queste energie. Perciò il credente procede con prudenza: rispetto, vigilanza, consapevolezza di sé, attenzione per riconoscere ilmomento giusto e il modo giusto per insinuarsi nelle resistenze dell’altro: un pensiero evangelizzante che fa venire in mente le strategie educative di un san Giovanni Bosco. La colomba, invece, non fa proprio paura a nessuno. Vive come la vedi: indifesa e affidata all’aria, al cielo, alla provvidenza del Padre per tutti gli esseri umani da lui creati. Se invade lo spazio di qualcuno lo fa apertamente e chi la vuole cacciare via lo fa senza pensieri e senza temere una sua reazione pericolosa. Pensa solo a vivere e non si stupisce che altri esseri vivano accanto a lei sotto lo stesso cielo. Questa semplicità è disarmante, ingenua, semplice, senza retropensieri. Di fronte al male che è nell’uomo. A cominciare da noi stessi, il credente sarà serpente; di fronte al positivo che c’è nel vivere, sarà colomba. In entrambi i casi, confermerà che muoversi per vivere da figli è possibile in ogni condizione, in ogni ambiente, sotto ogni regime: ne abbiamo visti di santi e testimoni trovare in modi inattesi il modo di essere se stessi in compagnia del loro Signore!
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